Le tue piante di casa e appartamento

Consigli per la cura, la riproduzione e il mantenimento delle tue piante da appartamento o da giardino? Quì troverai tanti consigli per avere sempre piante sane e verdeggianti

Il tuo orto e terrazzo sempre rigogliosi

Il piacere di dedicarsi alla cura delle piante in casa,terrazzo o in giardino.

Le nostre succulente, come si curano e fanno fiorire ?

Il mondo esotico delle piante grasse si svela attraverso articoli interessanti, precisi e dettagliati.

L'orto di casa

E' solo un fazzoletto di terra? poco spazio ma tanta voglia di verde

Le piante carnivore

Le piante carnivore, uniche e peculiari nel regno vegetale, hanno forme curiose, fioriture strane, sono delle particolari piante che intrappolano e consumano animali e protozoi per sopravvivere, fiorire e riprodursi.

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Crisantemo come coltivarlo e riprodurlo



Il crisantemo è una pianta perenne a coltivazione annuale. Originario della Cina è il fiore nazionale del Giappone, a cui viene infatti dedicato un giorno di festa.Ne esistono infinite specie e varietà  che si differenziano per la taglia, la forma e il colore dei fiori e per l’ epoca di fioritura. I fiori sono molto belli e di vari colori, molto simili alle margherite.

Il giglio tigrato - Lilium lancifolium


Il Lilium lancifolium Thunb. (giglio tigrato della Cina) è una pianta appartenente alla famiglia delle Liliacee, viene coltivato in tutte le zone temperate, anche se è originario dell'estremo oriente, arriva fino al metro e mezzo d'altezza.
E' una pianta bulbosa perenne che può raggiungere un'altezza di 1,5 metri. Il bulbo è ovoidale e squamoso. Il fusto è dritto, verde, e porta foglie lanceolate, di circa 9 centimetri di lunghezza e 1-2 centimetri di larghezza.
Fiorisce tra giugno e settembre con fiori grandi, riuniti in infiorescenze dette "racemi", generalmente formate da 3-6 fiori.
I fiori, che non profumano, sono pendenti, grandi, con sepali e petali ripiegati in fuori e in basso (riflessi), di color arancione e con puntini violaceo-marroni.
  • Coltivazione
Come tutti i gigli in generale, è un fiore che cresce bene ovunque e su qualsiasi terreno purché sia profondo, fertile.
Possono essere coltivati in giardino, ma anche sul balcone all’interno di ampie fioriere.Necessitano di un suolo fertile e abbastanza umido, ma con un buon drenaggio, e vive bene in zone di semi-ombra
Dove gli inverni sono particolarmente rigidi, conviene coltivarli nei vasi, così si possono riporre all’interno se la temperatura scende troppo.
Temono il vento e le correnti d’aria.
  • Innaffiature
Per quanto riguarda le annaffiature, i Gigli tigrati vanno annaffiati regolarmente da marzo a settembre evitando i ristagni e lasciando asciugare il terreno tra un’annaffiatura e l’altra. Durante i restanti mesi vanno annaffiati ogni due settimane aggiungendo un concime liquido all’acqua.
  • Riproduzione
I semi dei Lilium non sempre germinano con facilità e spontaneamente.
All'ascella delle foglie crescono spesso piccoli bulbi (detti bulbilli) dai quali, se messi in terra, si possono ottenere nuove piantine.

  • Malattie e parassiti

Insetti Emitteri:
  1. Afide dei bulbi - la specie Yezabura tulipae provoca il deperimento dei bulbi stoccati in magazzino
  2. Afidi - le specie Myzodes persicae, Myzodes circumflexus e Myzodes ornatus, infestano le parti tenere della pianta formando fittissime colonie con la capacità di trasmettere i virus responsabili di mosaico e rosetta
Coleotteri:
  1. Criocera - adulti e larve di Lilioceris lilii divorano le foglie
  2. Galeruca del Narciso - la specie Exosoma lusitanica danneggia i bulbi e erode i fiori
Tisanotteri:
  1. Tripide delle serre - le femmine di Heliothrips haemorrhoidalis depongono le uova sulla pagina inferiore delle foglie, le punture causano ingiallimenti e arrossamenti sulle foglie che disseccano
  2. Tripide del tabacco - il genere Thrips tabaci causa danni simili al Tripide delle serre
Molluschi
  1. Lumache della specie Agriolimax reticulatus rodono le parti tenere dei bulbi e delle foglie
Miriapodi:
  1. Millepiedi gli adulti del genere Julus e della specie Blanjulus guttulatus provocano lesioni alle radici tenere e carnose, ai bulbi e alle foglie; secernono dal corpo un liquido nauseabondo
Funghi:
  1. Marciume dei bulbi - la specie Rhizopus necans provoca il marciume dei bulbi
  2. Marciume delle foglie - le foglie e gli steli attaccati da Botrytis elliptica deperiscono rapidamente soprattutto in ambienti caldo-umidi
  3. Muffa verde - varie specie di Penicillium attaccano i bulbi stoccati in magazzino
  4. Ruggine - le foglie attaccate da Uromyces lilii presentano pustole rossastre
  5. Virus:
Mosaico - causa screziature verdastre più o meno scure sulle foglie
Rosetta - provoca un addensamento della vegetazione nelle parti terminali, con ingiallimento e curvamento delle giovani foglie

  

L'Anthurium


L'anthurium è una pianta a fogliame decorativo della famiglia delle Araceae originaria dell'America equatoriale e sub-equatoriale.
Il genere Anthurium comprende diverse specie che devono essere coltivate esclusivamente in serra calda, alcune apprezzate come piante ornamentali per i fiori molto decorativi come l' Anthurium andraeanum e l' Anthurium scherzeranum con fiori (spesso utilizzati anche come fiori recisi) formati da una grande spata color rosso-lacca, salmone, bianco o rosa, uno spadice sottile ben eretto da cui originano i fiori.
Le foglie sono grandi cordiformi o lanceolate, la fioritura dura da giugno a settembre.Questa pianta è di coltivazione abbastanza semplice, per ottenere però una fioritura molto prolungata ed una pianta sana e rigogliosa è necessario prestarle qualche cura, o otterremo un pane di radici che porta pochissime foglie e nessun fiore

La sistemazione in casa dell'anthurium è la penombra luminosa, mai in piena luce o al sole diretto e lontano da possibili correnti d'aria.
  • Fioritura
La fioritura dura da giugno a settembre, ma si può sfruttare la tendenza naturale della pianta a fiorire di più in inverno per avere vasi fioriti da dicembre a Pasqua. 
Il vero fiore non è la brattea ma si trova sullo spadice ed è costituito da minuscole protuberanze. Le spate fiorali durano molto a lungo, ne esistono diverse varietà con tonalità differenti (rosso-arancio, bianco, rosa, giallo o con punteggiature bianche).

Gli Anthurium necessitano di una temperatura intorno ai 20°C, non scendere sotto i 10°C. Si possono coltivare o mantenere anche a temperature inferiori, ma crescono e fioriscono poco. 
Le esigenze non cambiano durante il periodo vegetativo. 
Per favorire una fioritura migliore l'anno successivo, è necessario esporla ad un "periodo freddo", cinque settimane di temperatura minima intorno ai 12°C. durante il corso della notte.
  • Cura
L'anthurium va annaffiato abbondantemente ma senza eccedere facendo in modo che la terra non rimanga mai asciutta

Le foglie vanno periodicamente pulite dalla polvere con uno straccio morbido bagnato d'acqua. Non usare MAI lucidanti fogliari che otturano gli stomi della pianta impedendole le normali funzioni fisiologiche.

Circa ogni due anni, utilizzando un terriccio ricco di torba e dopo aver cosparso il fondo del vaso con ciottoli o argilla espansa per garantire un miglior drenaggio idrico

Attenzione agli sbalzi di temperatura che non sono molto graditi.
Durante l'estate vegetano molto bene a temperature di 23-25°C circondata da un ambiente umido mentre d'inverno le temperature non devono scendere sotto i 15°C.

Eccessi di annaffiature, che portano il terreno ad essere sempre bagnato, inzuppato di acqua, portano spesso allo sviluppo rapido di dannosi marciumi radicali o del colletto, che si manifestano con il vistoso ingiallimento del fogliame, concomitante alla presenza di vegetazione molliccia, e di fusti che ricadono.
  • Terriccio
Gli anthurium sono piante semiepifite che ichiedono un substrato molto grossolano, ricco di sostanza organica e con un ph compreso tra 5 e 6.
  • Moltiplicazione
Si possono moltiplicare per divisione dei cespi, talea o seme. La divisione dei cespi viene effettuato in marzo-aprile, avendo cura che ogni parte presenti almeno un germoglio e utilizzando una miscela di terreno uguale a quella usata per la pianta madre. 
  • Malattie
  1. Afidi: attaccano foglie e fiori. Succhiano la linfa e lasciano la pianta appiccicosa. Si eliminano lavando la pianta e trattandola con prodotti specifici.
  2. Malattie fungine: si manifestano sulle foglie con macchie brune o giallastre e attaccano più facilmente le specie con foglie vellutate sulle quali ristagnino a lungo gocce d’acqua. Le foglie colpite devono essere asportate e la pianta va trattata con prodotti anticrittogamici.
  3. Cocciniglia cotonosa: può attaccare gli anturi, specie in presenza di clima caldo e secco. Occorre eliminarle, trattare la pianta con un prodotto anticoccidico ed elevare il tasso di umidità ambientale 
  4.  Marciumi radicali: fare molta attenzione al drenaggio dei vasi, per evitare ristagni d’acqua sul fondo del vaso (riempire lo stesso con un terzo di materiale di drenaggio).
  5. Ingiallimento delle foglie: può essere causata da eccessive annaffiature.
  6. Fiori che non compaiono o non si aprono del tutto: la pianta non è stata concimata bene.

La rosa di Natale



La Rosa di Natale si chiama Elleboro ed è un fiore davvero “insolito”, visto che ama sbocciare proprio nel momento dell’anno meno indicato, cioè l’inverno (spesso sotto la neve).
I fiori dell'elleboro sono formati da 5 sepali che sono diversamente colorati ed assumono spesso un aspetto petaloide.
Questi sepali circondano e proteggono dei nettari che derivano dalla trasformazione dei veri petali. I sepali rimangono persistenti dopo l'impollinazione e studi condotti in Spagna suggeriscono che il calice persistente possa contribuire allo sviluppo dei semi

  • Come si coltiva
La coltivazione non presenta molte difficoltà. Il luogo prescelto per la coltivazione non dovrà essere eccessivamente soleggiato. Il terreno dovrà essere fertile, ben drenato, con concimazioni periodiche, preferibilmente organiche.
Può essere coltivata a terra o in vaso, l’importante è che la posizione sia semi-ombreggiata (il sole è necessario affinchè i fiori sboccino) e che l’acqua non ristagni
Ama il freddo ma teme il vento e odia il sole cocente: può stare all’esterno anche se nevica, quindi, ma è bene tenerla al riparato da correnti d’aria e posizionarla in zone fresche durante l’estate.


La messa a dimora avviene in settembre-ottobre a 30-40cm di distanza, avendo cura di non interrare la sommità degli apparati radicali a più di 2-3cm di profondità.
Se lasciati indisturbati, con le giuste condizioni, si possono riprodurre spontaneamente. In generale gli ellebori mal sopportano i trapianti.
La specie Helleborus foetidus è quella che meglio si adatta alle posizioni più ombreggiate.
La semina non è complicata, ma richiede cura e soprattutto tempo. I primi risultati non si vedranno prima di tre anni. Risultati più immediati si hanno con la divisione dei cespi.

  • Moltiplicazione


Gli ellebori si moltiplicano per seme con facilità dando vita nelle vicinanze a molte piccole piante. I semi si disperdono nell’autunno e subito germinano. Le piantine si trapiantano solo a primavera prestando particolare attenzione a non danneggiare la radice già ben sviluppata in profondità.
I semi raccolti in natura a maturazione possono essere seminati in vasetti singoli. Da uno a tre semi per vaso conservando soltanto il soggetto più vigoroso.
Le piante fioriscono al terzo anno di vita.


Pianta molto velenosa, sia per ingestione che per uso esterno, molto difficile da dosare, se ne sconsiglia vivamente l'uso







Stella di Natale


La Stella di Natale il cui nome scientifico è Euphorbia pulcherrima  rallegra da sempre le nostre case nel periodo natalizio con i suoi splendidi colori.


La Stella di Natale 

è una pianta che vive bene con temperature che non superino mai i 22 °C. Durante la bella stagione può essere tenuta all'aperto, in una posizione protetta dall'insolazione diretta.
Non sopporta l'aria viziata per questo motivo è importante arieggiare la stanza nella quale si trova facendo attenzione alle correnti redde, assolutamente non tollerate.

Durante il periodo di fioritura lasciare la pianta in una zona luminosa ma non al sole diretto senza concimarla e annaffiandola poco.
 Per Natale si avranno in questo modo le caratteristiche brattee rosse ed i fiori gialli.
  •  Annaffiatura
Va annaffiata solo quando il terriccio è quasi asciutto senza lasciare acqua stagnante nel sottovaso.
  •  Terriccio
 Il rinvaso va effettuato in primavera, alla ripresa vegetativa della pianta utilizzando un vaso di poco superiore al precedente. In ogni caso le dimensioni finali del vaso non devono superare i 20 cm in quanto diversamente, tenderebbe a sviluppare di più gli steli a scapito delle foglie. Amano terreni leggermente acidi con una buona quantità di torba in modo che rimangano leggeri per consentire l'arieggiamento delle radici.
  •  Concimazioni
  Sono piante che si concimano nel periodo dello sviluppo e della fioritura ogni 15 gg.

  • Problemi

Foglie ingiallite che cadono
Questo sintomo è da attribuire a correnti d'aria o al fatto che nella stanza non c'è un sufficiente ricambio dell'aria.
Rimedi: spostare la pianta in una zona più adeguata.

Sia le brattee che le foglie appaiono con zone decolorate e alla fine cadono
Questa patologia è provocata da eccessive annaffiature e conseguenza marcescenza delle radici. Rimedi: controllare le radici ed eliminare eventuali radici marce. Spolverarle con un fungicida ad ampio spettro ed aspettare almeno una settimana prima di procedere con le annaffiature per dare il tempo alle ferite di cicatrizzarsi.

Autunno: tempo di tulipani!





Quando piantare i bulbi di tulipano?


Tutti i tulipani fanno parte del genere Tulipa della famiglia delle Liliaceae.
Si tratta di bulbose originarie prevalentemente dalla Turchia e dall'Asia Minore, ma anche dall'Estremo Oriente e parzialmente dall'aree mediterranea.
Si conoscono oltre 100 specie e numerosissime varietà e ibridi naturali.

Periodo di piantumazione: Autunno. 

Planting bulbI bulbi dei tulipani si piantano in autunno o alla fine dell'inverno sia in piena terra che in vaso. I bulbi possono essere lasciati a dimora per un paio d'anni dopo di chè sarà bene dividere i cespi dei bulbi per dare aria al tulipano.
Se ogni anno si tolgono i bulbi dalla terra tenerli fuori dalla portata dei topi.

Profondità di piantumazione: 
La profondità, alla quale deve essere posto il bulbo, è di 10/15 cm; tra un bulbo e l'altro mantenere la distanza di circa 10-25 cm, che comunque può variare a seconda della varietà e dell'effetto, più o meno fitto, che si vuole ottenere.

I tulipani prediligono terreni leggermente basici, ma gli ibridi da giardino riescono bene anche in suoli a reazione neutra o un poco acida.
Evitare di piantare tulipani in terreni con molta torba. Per i tulipani coltivati in vaso mettere attenzione al drenaggio.

 Luce: I tulipani devono essere piantati in una zona soleggiata e, al tempo stesso, riparata dai venti.




La Lisetta ( Impatiens )





Genere: comprende circa 850 specie di piante suffruticose, sempreverdi, annuali o perenni, rustiche, semirustiche o delicate.
Le specie delicate sono indicate per la coltivazione in serra o in appartamento. Le specie annuali semirustiche e rustiche sono particolarmente adatte per formare bordure miste.

 Temperatura:
la temperatura minima invernale non deve essere inferiore a 15-120°C, affinché fioriscano per un lungo periodo. In ogni caso non è consigliabile esporre le piante a temperature inferiori a 13 °C.

 Luce: 
molta e diffusa, ma al riparo dai raggi diretti del sole.

Annaffiature
le annaffiature dovranno essere frequenti in estate (ogni due giorni), una volta alla settimana d'inverno.


Terriccio: 
terra da giardino, con aggiunta di terra di foglie mature, torba e sabbia.

Concimazioni 
 In estate è bene somministrare concime liquido a cadenza settimanale
 Per mantenere vivaci i colori dei fiori si possono somministrare estratti sangue secco.

I frutti 
Sono delle capsule che al minimo tocca si aprono effettuando dei veri e propri lanci. Infatti, quando i semi sono maturi, la capsula si asciuga, le relative cinque valve in cui è suddiviso si allungano come un elastico che al minimo tocco "esplode" scagliando i semi lontano
 Moltiplicazione 
Per seme, a primavera, in terrine con una miscela di torba e sabbia
Quando le piantine saranno cresciute abbastanza potranno essere trapiantate nei singoli vasi.
Le Impatiens si moltiplicano facilmente anche per talea, utilizzando a tale scopo porzioni apicali di ramo lunghe 8-9 cm., che dovranno essere messe a radicare in vasi contenenti torba e sabbia o direttamente in acqua, meglio se alla temperatura di 16°C. 

Malattie e parassiti 

  1. Gli Afidi: possono attaccare i getti giovani stimolando la pianta a produrre sostanze zuccherine che la rendono soggetta ad attacchi 
  2. Si combattono con insetticidi specifici. 
  3. Il Ragnetto rosso: può attaccare le foglie, determinandone l’appassimento. Si previene evitando di tenere la pianta in luoghi caldi e asciutti.
  4. Si combattono con acaricidi. - Foglie che avvizziscono, ingialliscono e cadono: freddo e correnti d’aria fredda.

Il caprifoglio


Il Caprifoglio un rampicante rustico e profumatissimo, che si arrampica un po dappertutto, con le sue  liane lunghe anche parecchi metri.
Coltivato per coprire recinzioni e muri, il caprifoglio produce originali fiori bianchi che diventano giallini o rosati, molto profumati, che si aprono da fine aprile a tutta l' estate. Il cerfoglio appartiene al genere Lonicera che comprende circa 200 specie provenienti dall'Asia, America settentrionale e Europa, di queste una decina appartengono alla flora spontanea italiana, mentre in Cina abbiamo la maggioranza di specie presenti (circa 100).

Esposizione
 Il Caprifoglio è molto rustico e si adatta a tutte le esposizione, perfino all'ombra più fitta. Coltivazione Sempre grazie alla sua notevole rusticità, il caprifoglio può sopportare anche diversi gradi sotto lo zero e le estate più torride

 Acqua
Il caprifoglio si accontenta della pioggia.

Potatura
Leggera potatura di formazione e di contenimento tra marzo-aprile.Nelle piante utilizzate per siepi, per i primi anni occorre operare una potatura invernale più drastica, circa la metà della lunghezza dei rami, per favorirne la crescita e la fioritura.

Terreno
Al Caprifoglio va bene anche il terreno calcareo purchè sia ricco di elementi organici


Malattie Parassiti
Il caprifoglio come tutte le piante teme l’attacco degli afidi che rovinano foglie e fiori, l’oidio e il mal di piombo. Tratto da http://casa.atuttonet.it/casa-giardino/caprifoglio-coltivazione.php#ixzz1yHFhSaa0.


 Curiosità 
In alcune zone dell'Himalaya si consumano le bacche zuccherine della L. angustifolia, mentre in Siberia sono ricercate quelle del L. coerulea (grande arbusto a grossi frutti). Altre specie commestibili sono due piante americane: L. involucrata e L. ciliata (questa informazione viene dal Ministero dell'Agricoltura di Washington). Inoltre alcuni fiori delle Lonicere producono un dolce nettare commestibile che può essere utilizzato come sciroppo o sorbetto o in altri dolci.

La margherita (Chrysanthemum leucanthemum)


Le margherite (Chrysanthemum leucanthemum)  piante erbacee perenne della famiglia delle Asteracee, sono uno dei fiori più amati e facili da coltivare.
Può raggiungere un’altezza di 90 cm. Le foglie sono divise in basali (spatolate con i margini seghettati) e superiori (profondamente incise).
Si coltiva con successo sia in piena terra per abbellire il nostro giardino, che in vaso.

Concimazioni 
E' utile intervenire con fertirrigazioni bilanciate (1:0,5:1 in inverno e 1:0,5:2 dall’inizio di febbraio) a concentrazioni del 1-1,5 ‰ nella fase centrale del ciclo e anche 2 ‰ in quella finale. Periodicamente si integra la fertirrigazione con microelementi e chelati di ferro e magnesio per favorire lo sviluppo ed avere una buona colorazione fogliare.
Segue la guida per la coltivazione delle margherite in vaso, dalla semina alla riproduzione per talea, alle cure colturali, dalla concimazione alla cimatura e innaffiatura, dal rinvaso alla protezione dalle condizioni climatiche avverse, alla difesa dagli attacchi dei parassiti animali e vegetali.

Condizioni climatiche ideali:
prediligono un clima caldo-temperato ed un’esposizione soleggiata per almeno 5-6 ore al giorno. Temono le condizioni climatiche estreme, con temperature che scendono di 6-7 gradi sotto lo zero. In presenza di tali eventi, vanno riparate in serre non riscaldate. Per la coltivazione in vaso, quest’ultimo può essere collocato sia sul balcone, dove la pianta potrà usufruire della luce diretta del sole, che in un angolo della casa bene illuminato, possibilmente con una temperatura prossima ai 16- 18° C.

Caratteristiche del terreno: risulta indicato un terreno sabbioso, con un PH acido - neutro, asciutto, fertile ricco di humus e ben drenato.

Scelta del vaso: il mercato offre diverse tipologie di vasi che differiscono per forma, grandezza e materiale.
Per le margherite va bene ogni forma, da quella quadrata a quella rettangolare o circolare. Anche il materiale può essere scelto in base al gusto personale: terracotta, legno, cemento e graniglia, ceste di vimini, anche se sono da preferire quelli in plastica, più economici e leggeri, facili da spostare. Circa le dimensioni, se si opta per un vaso circolare il diametro non deve scendere al di sotto dei 18-20cm.

Riproduzione delle margherite: preferibilmente per semina, oppure per talea.

Per semina. Il periodo migliore per la semina va da fine inverno-inizio primavera, febbraio-marzo. Una volta scelto il vaso, coprite i buchi sul fondo con piccoli sassi o frammenti di coccio per drenare l'eccesso d'acqua e riempitolo con il terriccio fino a pochi cm dal bordo.
Distribuite i semi e copriteli con un sottile strato di terreno.
Procedete con una leggere innaffiatura con uno spruzzatore per evitare di modificare la distribuzione dei semi.
Coprite il vaso con un foglio di plastica trasparente fino alla germinazione.
 Le nuove piantine saranno pronte per essere estirpate e piantate nella dimora definitiva nella seconda metà della stagione primaverile.

Per talea.
Per lo scopo, si utilizzano alcune parti della pianta esistente (cima del germoglio o parte mediana del germoglio) tagliate e collocate nel terreno per favorirne la germinazione. I periodi migliori per la riproduzione per talea coincidono con le stagioni fresche, autunno e primavera. Per la margherita la lunghezza ottimale delle talee é prossima ai 10-12 cm. In attesa dell’impianto, per impedire che le talee appassiscano, si consiglia di metterle in acqua o di bagnare le foglie di tanto in tanto. Ogni talea necessita di un proprio vaso. Non esporre le talee alla luce diretta del sole.

Annaffiatura: 
le margherite vanno innaffiate con regolarità durante la stagione vegetativa, da marzo a settembre, per ridurre man mano gli interventi passando all’autunno, quindi all'inverno.
Come per tutte le piante va innaffiata quando il terreno risulta completamente asciutto.
Per le piante tenute all’esterno, durante l’estate è necessario annaffiare anche due volte al giorno, per poi passare a due volte alla settimana durante le stagioni intermedie, diradando gli interventi d’inverno, quando potrebbero risultare sufficiente anche due interventi al mese.
Bisogna fare attenzione affinché  il terriccio risulti sempre leggermente umido ma mai eccessivamente bagnato. L'eccessiva umidità  comporta il manifestarsi di muffe grigie che aggrediscono la pianta facendola ammalare.

Potatura:
solo le margherite da vaso necessitano di cimatura per avere una fioritura abbondante: subito dopo l’appassimento delle corolle occorre tagliare le cime sfiorite per favorire nuove nascite.

Rinvaso:
se le vostre margherite appaiono ingiallite o iniziano a cadere le foglie, se appassiscono velocemente è arrivato il momento del “rinvaso” in un contenitore più capiente.
Sistemate sul fondo del nuovo vaso uno leggero strato di ghiaia o di cocci, continuate con uno strato di nuovo terriccio umido ma non bagnato e ponete la pianta da rinvasare. Continuate l’operazione coprendo la massa con altro terriccio, arrivando all’orlo del vaso.
Un’abbondante annaffiatura completa il travaso.



Prevenzione dai parassiti


Come tutte le piante anche le margherite possono essere aggredite da parassiti e ammalarsi.
I principali parassiti delle margherite sono gli afidi che si attaccano agli teli
Anche le chiocciole ed i ragnetti rossi vanno ghiotti per le margherite e ne rovinano foglie e fiori.
Le margherite posso anche soffrire di malattie fungine e batteriche che ne provocano l’avvizzimento.

Per combattere gli afidi si possono impiegare pacciamature e le composizioni povere di azoto.
La difesa consiste nella pulitura e asportazione delle parti colpite dal parassita e nel trattamento con litotamnio, macerato d’ortica e cenere di legna
Impedire l’attacco delle chiocciole è possibile circondando la pianta con sabbia o cenere.
Per difendere le margherite da attacchi fungini occorre sopprimere i parassiti vettori ma in genere non è possibile guarire la pianta colpita e dunque esse vanno estirpate e distrutte per impedire il contagio alle piante circostanti
Sebbene difficili da debellare, le malattie fungine possono essere prevenute mediante l’uso di attrezzi da lavoro sempre ben puliti edisinfettati..

Proprietà medicinali delle margherite


La pianta delle margherite ha notevoli proprietà terapeutiche: antispasmodica, astringente e tossifuga. Utile per curare la tosse, coliche intestinali, dolori addominali e del mestruo. Per le proprietà analgesiche è un ottimo rimedio per scottature, infiammazioni di bocca, gola e gengive. Ottima anche per stimolare il metabolismo e favorire il dimagrimento. Viene utilizzata in cucina per dare sapore alle insalate.

La Clemantis


Queste piante perenni di tipo arbustivo, volubile o rampicante possono essere alte (o lunghe nel caso di specie lianose) fino a diversi metri (10 e più). 
Le Clematis appartengono alla famiglia botanica delle Ranunculaceae, la stessa di Peonie, Ellebori, Anemoni e Aquilegie; sono piante perenni e possono essere rampicanti, erbacee o legnose; a foglia caduca o sempreverde.
I bellissimi fiori di queste piante, sono caratterizzati da una certa assenza di coesione tra i vari organi fiorali. . I colori di varie tonalità sono vivaci e vistosi (verde-giallognolo, rosso, viola o bianco).
 Emettono un debole profumo lievemente mielato e non producono nettare. 


Coltivazione

Temperatura: tutte le clematidi resistono bene a temperature basse invernali, anche se scendono di diversi gradi sotto lo zero.

Luce:condizione indispensabile per lo sviluppo sano e vigoroso di una Clematis è quella di tenere la base della pianta all'ombra e le parti alte preferibilemte baciate dal sole del mattino.
Quindi è meglio prediligere l'esposizione ad est/nord-est, soprattutto se ci troviamo al Sud, perchè ciò che le clematidi temono più di ogni altra cosa è il calore intenso.

Annaffiature e umidità ambientale: il terreno intorno alle radici deve essere costantemente umido, ma non stagnante.

Terriccio: prediligono terreni alcalini.

Potatura:Questa operazione, da eseguirsi con affilate forbici da giardinaggio disinfettate, incoraggia la ramificazione della Clematis e ne stimola una fioritura più abbondante.
Andrebbe eseguita tra la fine di febbraio o al massimo agli inizi di aprile, a seconda delle località, ma mai oltre la metà di aprile per non penalizzarne la fioritura.
Il taglio va eseguito sempre a distanza di 0,5-1 cm dalla prima coppia di gemme ugualmente sane e sviluppate. Inoltre, occorre eliminare tutte le foglie secche o avvizzite, i vari piccioli e tutte le parti morte a causa del freddo.

Concimazioni ed accorgimenti : le Clemantis si mettono a dimora a maggio. E' bene distribuire alla base delle piante, uno strato di foglie o di letame maturo o torba. Se le piante sono in vaso distribuire concime minerale ogni 2-4 settimane da marzo-aprile a metà luglio. Ottimo se ricco di azoto e potassio e povero di fosforo. Per crescere ,essendo una rampicante, ha bisogno del sostegno di appositi supporti.
Ad ogni autunno, pacciamare con letame maturo, magari coperto con compost, terriccio, torba, foglie, ecc. È bene che la pacciamatura sia spessa almeno 8-10 cm, ed estesa per circa 60 cmq intorno alla pianta, purchè non giunga a diretto contatto con gli steli basali. Questa è sicuramente una delle operazioni più propizie per la vigoria e la salute di una clematide.


Parassiti:

Oidio - si presenta come una muffa biancastra sulle foglie e sui giovani germogli, soprattutto in condizione di forte caldo ed elevata umidità. L'oidio non è in genere fatale per la pianta, ma va curato usando gli  appositi fungicidi, come ad esempio quelli a base di zolfo.

Il marciume radicale - Si tratta di una malattia fatale per la Clematis. Il marciume si manifesta con la fuoriuscita di una sostanza vischiosa e giallastra dalla base degli steli in prossimità del suolo. Di solito non ci sono rimedi,se non il tentativo di asportare tutte le parti malate e bruciarle.

Parassiti - I parassiti non presentano un problema per le Clematis. Se si verifica la presenza di afidi, lumache, forbicine, ecc., dovrebbe essere applicato un trattamento simile a quello adottato per ogni altra pianta, scegliendo sia tra i comuni antiparassitari chimici.
Tra i rimedi naturali  ci sono le spruzzature di acqua e sapone per gli afidi; una ciotolina con della birra per le lumache e un vasetto a fil di terreno con del muschio secco per attirare le forbicine e catturarle.

Riproduzione - Per talea.Questo metodo di moltiplicazione, da effettuare in tarda primavera, consiste nel piegare delicatamente fino al suolo un lungo ramo della clematide, ed interrarlo parzialmente; lo si può interrare direttamente nel terreno, o in un vaso capiente (circa 4-5 litri) riempito con un composto di torba e sabbia in parti uguali.

Come coltivare e far fiorire il Glicine



La Wisteria, comunemente conosciuta col nome di glicine, è originaria dell'estremo Oriente e più esattamente della Cina e del Giappone ed appartiene alla famiglia delle Papilionaceae.

Si tratta di un genere di 10 specie di arbusti rampicanti e rustici.

ll glicine è una delle piante rampicanti più robuste e conosciute. Nei nei nostri climi vive bene quindi risulta anche facile da coltivare.

Se volete acquistare un glicine, è meglio farlo in primavera quando è fiorito, ovvero fine Aprile/Maggio


Perché un glicine, anche in buona salute, non fiorisce?

Ci sono piante infatti, anche molto vecchie che senza motivo apparente, non hanno mai fiorito,  ed altre che hanno dato dei fiori piccoli o scialbi o tardivi.

La ragione principale potrebbe essere che è glicine  riprodotto per seme. I glicini  riprodotti da seme hanno un periodo giovanile molto lungo durante il quale non c'è fioritura. Questo periodo di  "maturazione" può durare 10 o anche15 anni.
Quando comprate un Glicine chiedete al vostro fornitore le più ampie garanzie.

Alcune varietà di Wisteria floribunda (Glicine del Giappone) anche se riprodotte per innesto hanno un periodo giovanile che dura da 2 a 4 anni durante il quale non c'è fioritura. 
Queste varietà sono le più appariscenti nella fioritura, bisogna avere pazienza.
Il terreno più indicato è di tipo argilloso, ma il glicine si adatta a vivere bene in qualunque tipo di terreno, l'importante è che questo sia ben drenato e ricco di sostanza organica

Potate regolarmente il vostro Glicine, la potatura esalta la fioritura. 

Moltiplicazione
può' avvenire sia per talea che per innesto. Nel primo caso nel periodo che va dalla fine di luglio alla fine di agosto si prelevano dei rami dell'anno e si mettono a radicare in un miscuglio di torba e sabbia ad una temperatura non inferiore a 16 ° C, per un migliore attecchimento è meglio nebulizzare dell'acqua sulle foglie, più volte al giorno.
Nella moltiplicazione ad innesto, nel mese di marzo occorre prelevare delle marze dalla pianta, ed innestarle sulla radice della Wisteria sinensis, successivamente interrare e mantenere ad una temperatura di 16 -18 °C.
La pianta del glicine può essere propagata anche per propaggine o da seme ( ma è sconsigliato)


Concimazione: Non concimate il Glicine con concimi azotati, questa sostanza esalta la crescita a discapito della fioritura, il Glicine è una Leguminosa e provvede da se al proprio fabbisogno di azoto. Concimate invece con concimi a base di Fosforo che aiuta la maturazione delle gemme.Concimare 1 o 2 volte l'anno con concimi complessi che contengano azoto, fosforo e potassio. Dopo 2 o 3 anni, quando la pianta si è bene irrobustita diminuite le concimazioni azotate sino a sospenderle del tutto. Alle piante adulte e sane continuate solo a dare del concime a base di fosforo solamente 1 volta all'anno.

Potatura

La potatura del glicine è sempre necessaria. Serve per contenerne l'eccessiva crescita e per dargli una forma più ordinata.

Potatura estiva: la potatura estiva favorisce la maturazione delle future gemme da fiore. Si fa nel mese di Luglio/Agosto e consiste nell'accorciare i rami di 1 anno lasciandoli lunghi 1 metro circa. E' opportuno tagliare via anche tutti i polloni e gli stoloni che si sono formati al piede della pianta. Questi tolglierebbero vigore e se la pianta è d'innesto e potrebbero essere dei polloni selvatici assolutamente inutili.

 Potatura Invernale: - Si fa in inverno dopo la caduta delle foglie. In zone fredde è meglio aspettare la fine del gelo. Si devono accorciare tutti i rami di 1 anno lasciando 4/6 gemme. Eliminare con l'occasione anche i rami deboli, rotti o secchi e tutti i polloni alla base del fusto. Nel caso si voglia allungare la pianta si deve lasciare un ramo adatto e legarlo nella forma e direzione voluta.


Malattie 
IL glicine è una pianta molto rustica e robusta, ma viene attaccato da parassiti e funghi come ogni  essere vivente.

  • Afide nero - I pidocchi delle piante si vedono a occhio nudo specialmente in primavera e nelle stagioni umide. Con la stagione calda e asciutta il problema si risolve senza interventi particolari. Può essere pero'dannoso solo sulle giovani piante. Se necessario trattare il giovane glicine con un prodotto aficida .
  •  Ragno rosso - Si manifesta nella stagione calda e asciutta, colpisce tutta la pianta ma soprattutto le foglie adulte dandogli un tipico aspetto "foglia bruciacchiata". Infatti spesso viene confuso la mancanza d'acqua. Con l'arrivo della stagione più fresca il problema si risolve.  In caso di forti attacchi trattare con un prodotto acaricida ripetendo il trattamento dopo 10 giorni. 
  •  Malattie crittogamiche - attacchi fungini di Oidio (Mal bianco) che produce macchie biancastre irregolari sulle foglie, talvolta vengono attaccati anche i giovani germogli.
  •  La Cercospora  produce sulle foglie macchie circolari 
  • La Phyllosticta che produce piccole macchie necrotiche. Nessuna di queste malattie crea seri danni e normalmente non è necessario fare alcun trattamento. 
  • L' Agrobacterium tumefacens - è un batterio che si insedia nell'apparato radicale e può portare alla morte piante anche molto vecchie. Non c'e rimedio per questa malattia, ma per fortuna è molto rara. 
  • La carie del legno -sono funghi che si insinuano tra tronchi delle piante molto vecchie facendo morire progressivamente il legno. Possono arrivare a colpire l'intero tronco e quindi a far morire la pianta. Con l'aiuto di arnesi taglienti e disinfettati asportare completamente il legno morto sino a mettere a nudo quello sano e spennellare con pasta fungicida. L'operazione, se fatta accuratamente, ferma l'infezione e risana il nostro glicine donando un aspetto vissuto al tronco. 
  •  Clorosi - questa non è una malattia ma una sofferenza della pianta dovuta alla sfavorevole reazione del terreno che impedisce l'assorbimento del ferro da parte delle radici. Il fogliame  diventa giallastro, nei casi più gravi viene compromessa anche la fioritura. Distribuire intorno alla pianta del solfato di ferro 30/50 gr per mq e dello zolfo in polvere 50/100 gr a mq. Ripetere una o due volte all'anno tutti gli anni. Talvolta il problema è dovuto alla presenza di calcinacci interrati. In tal caso occorre bonificarlo.

Glicine rosa

La verbena



La verbena è una pianta erbacea molto diffusa sia per abbellire giardini che terrazzi.
Le varietà da fiore, usate per giardino e fioriere, hanno un  meraviglioso aspetto ricadente e tappezzante.
Le verbene sono molto rigogliose e perenni, ma in giardino vengono coltivate come annuali perchè difficilmente superano l'inverno, non sopportando pioggia e freddo.Se la verbena è tenuta in vaso, ritirata in casa o serra, potrà rifiorire.

Descrizione
Sono piante che presentano fusti eretti e quadrangolari (con una parte più schiacciata), che possono raggiungere 40-80 cm. di altezza, che portano foglie ovali dal margine dentellato.
Nel periodo estivo producono fiori simili a primule, molto numerosi, dotati di un profumo gradevole e penetrante, che sbocciano riuniti in spighe terminali.
Tra le varie specie, quella che meglio si presta alla coltivazione in vaso e, visto il portamento strisciante e decombente, anche in cestini sospesi è V. peruviana.
Al genere appartiene anche la specie V. officinalis, utilizzata per infusi (intera pianta fiorita o foglie) dalle proprietà digestive, cicatrizzanti e analgesiche.

Due varietà di facile reperibilità

Verbena Helichrysum. La varietà che meglio si presta alla composizione. La pianta ha rami con foglie di colore verde grigio. In estate produce numerosi fiori di colore giallo. La verbena ha portamento cespuglioso: utilizzando una varietà con fiori di colore lilla rosato, che fiorisce dalla primavera fino all’autunno, i fiori sono coloratissimi e profumati.

Verbena impatiens: utilizzare la varietà “new guinea” di colore rosso scarlatto. Questa varietà annaffiata con regolarità resiste anche al sole e fiorisce per tutta l’estate. Utilizzare una miscela formata da terriccio universale arricchito con concime organico a lento effetto.

  • Coltivazione

Temperatura: la temperatura minima invernale non dovrebbe essere inferiore a 7-13 °C.
Luce: la pianta necessita di almeno alcune ore al giorno di irradiamento solare, a parte in estate, quando è necessaria una leggera ombreggiatura.
Annaffiature e umidità : annaffiare abbondantemente in primavera-estate. Con l'arrivo del clima freddo, in autunno, possiamo interrompere le annaffiature, e lasciare che le piante deperiscano.
Substrato: terreno ricco, formato da terra di foglie e terriccio, con aggiunta di torba e sabbia. I vasi dovranno essere più larghi che profondi e, dato il suo portamento strisciante, che può diventare decombente, è adatta anche alla coltivazione in panieri sospesi.

  • Moltiplicazione
Si possono ottenere nuovi esemplari, ricorrendo alla divisione dei cespi a fine primavera, in ambiente caldo e ombreggiato.

  • Malattie, parassiti 

Con l'inizio della primavera, è bene praticare un trattamento preventivo, con un insetticida ad ampio spettro, da praticarsi quando nel giardino non sono ancora presenti fioriture. Prima che le gemme ingrossino eccessivamente è consigliabile anche praticare un trattamento fungicida ad ampio spettro, per prevenire lo sviluppo di malattie fungine, il cui dilagare è favorito dall'elevata umidità ambientale.
Cimature regolari e periodiche dei rami permetteranno alla pianta di mantenere un aspetto compatto e accestito


Rincospermo o falso-gelsomino



Il Rincospermo o falso-gelsomino è un arbusto rampicante e vigorosissimo,sempreverde, di crescita rapida, vigoroso, longevo, molto resistente agli attacchi dei parassiti, abbastanza resistente alle basse temperature, adattabile a diversi tipi di clima, dalla fioritura prolungata nel tempo e molto profumata.
Produce lunghi tralci almeno in parte volubili che si allungano fino a 10-12 mt; si distingue nettamente dai Gelsomini per le foglie oblunghe, molto spesse e coriacee.

I fiori sono riuniti in cime ascellari e, per il colore bianco puro, per la forma e per il profumo molto intenso, gradevole ma dolciastro che  ricorda quello dei veri Gelsomini.
In alcuni vivai la troviamo col vecchio nome di Rhyncospermum jasminoides, da cui proviene il nome volgare di rincospermo con cui è comunemente chiamata la pianta.

I fiori, di colore bianco candido, ermafroditi, piccoli e numerosi, estremamente profumati, hanno forma stellata, con una corolla tubiforme che termina in 5 petali appiattiti a disposizione spiralata. Sono portati in cime paniculate, terminali od ascellari, che si sviluppano dai rami di nuova vegetazione.
La fioritura, molto spettacolare, avviene da fine aprile a tutto luglio, con un picco da fine maggio a fine giugno.

LUCE: Predilige esposizioni soleggiate ma può essere coltivato anche in penombra.

ACQUA: Le annaffiature devono essere regolari per tutta la stagione vegetativa: il terreno deve rimanere umido ma non inzuppato d'acqua.

TEMPERATURA: Per ottenere una buona crescita, il Rincospermo richiede una temperatura notturna di 10-13°C e temperature diurne di20-22°C. Per un breve arco di tempo può essere mantenuto anche in appartamento, a condizione di garantire alla pianta almeno 4-6 ore di buona illuminazione giornaliera.

CONCIME: Nel periodo vegetativo somministrare regolarmente con concimi per piante fiorite, ogni 15 giorni con concimi liquidi, oppure ogni 30-40 giorni con concimi a lenta cessione.

CONSIGLI: Si adatta a qualsiasi tipo di terreno ma conviene predisporre con cura delle buche profonde, dato il forte sviluppo dell’apparato radicale. Si moltiplica per talee estive. Per le coltivazioni in vaso, rinvasare solo se necessario, in primavera.

Il rincospermo è una pianta poco colpita dai parassiti, perchè i rami e le foglie contengono al loro interno un latice (simile a quello delle euforbie o del ficus) piuttosto tossico. Possono tuttavia verificarsi infestazioni di cocciniglie, in particolare in ambienti non troppo arieggiati, di afidi, di ragnetto rosso, in ambienti troppo secchi ed asciutti, e di metcalfa, che deturpa le piante con le sue colonie cotonose. Le patologie di origine fungina sono pressoché inesistenti.

La violetta africana



La Saintpaulia, ovvero la Violetta Africana, come viene comunemente chiamata, è la pianta d’appartamento più conosciuta e coltivata.
La caratteristica di questa pianta sono i fiori che sbocciano in tutte le stagioni.La taglia delle Violette africane è variabile. Esistono cultivar che richiedono un vaso
da 20 cm, altre come le mini vasi da 10 cm ed altre ancora come le lilliput vasi di soli 4 cm.
Le foglie sono di forma più o meno tondeggiante o cuoriforme, sono di colore verde scuro, più o meno intenso ed hanno un aspetto vellutato in quanto sono ricoperte, sulla pagina superiore, da una fitta e sottile peluria.
Dall'ascella delle foglie crescono i fusti fioriferi, che formano un'infiorescenza con pochi fiori, singoli o anche doppi (soprattutto negli ibridi), con cinque petali stellati, con colori che vanno dal bianco al blu, al rosso e al violetto passando per tutta una gamma intermedia di sfumature.


Coltivazione

Le violette africane in natura sono piante di sottobosco pertanto non vanno mai esposte alla luce diretta del sole. Può essere coltivata infatti egregiamente anche alla luce artificiale ponendo la pianta sotto tubi fluorescenti di 40 watt per circa 12 ore al giorno.
Attenzione alle correnti d'aria che non sono in alcun modo gradite.
La Saintpaulia fiorisce quando le temperature si mantengono intorno ai 18-25°C. Durante l'inverno le temperature non devono scendere al di sotto dei 15°C.
Le Saintpaulia gradiscono un ambiente umido, ma bagnate le foglie altrimenti si macchiano e potrebbero essere facilmente preda di muffe.
Attenzione che il vaso non sia a diretto contatto con l'acqua.
La Saintpaulia si rinvasa solo quando le radici non hanno più spazio a disposizione nel vaso. Il rinvaso va effettuato in primavera.


Concimazioni

Usate un buon concime che oltre all'Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K), contenga anche "microelementi" quali il Ferro (Fe), il Manganese (Mn), il Rame (Cu), lo Zinco (Zn), il Boro (B), il Molibdeno (Mo), tutti importanti per una corretta ed equilibrata crescita della pianta.

     

Riproduzione


Il genere la Saintpaulia propaga per talea fogliare o per immersione di una foglia in acqua
Si può immergere la foglia con il picciolo in un bicchiere d'acqua.
Prendere un bicchiere d'acqua riempito quasi fino all'orlo e sistemando sopra un pezzo di carta di alluminio. Nell'alluminio farete dei buchetti tanti quante sono le foglie e in ciascun foro.
Poi sistemate i piccioli delle foglie nei fori in modo che arrivino all'acqua.  Sistemare il tutto in un luogo luminoso ma non in pieno sole e lontano da correnti d'aria
Vedrete che dopo un paio di giorni alla base del gambo si formeranno delle radicette che cresceranno fino a diventare ben evidenti .
Aspettate fino a quando le piantine avranno una lunghezza di circa 2,5 -3 cm ( circa un mese dopo).
Prendete ogni singola piantina di violetta africana e sistematela nel suo vaso definitivo usando un terriccio prevalentemente torboso, non calcareo e trattatela come una pianta adulta.



Malattie e parassiti

-Foglie scolorite con chiazze giallo paglia e con i margini ingialliti: esposizione al sole diretto e/o annaffiature insufficienti.
- Foglie raggrinzite, gialle e appassite: annaffiature e/o umidità insufficienti.
- Afidi: attaccano foglie e fiori. Succhiano la linfa e rendono la pianta appiccicosa. Si eliminano lavando la pianta e trattandola con insetticidi specifici.
- Cocciniglie cotonose: può attaccare le piante, specie in presenza di clima caldo e secco. Bisogna asportarle, trattare la pianta con un prodotto anticoccidico ed elevare il tasso di umidità ambientale (le spruzzature e i lavaggi fogliari permettono di eliminare le cocciniglie allo stato larvale). In alternativa al prodotto chimico, si possono strofinare le parti colpite con un batuffolo di cotone bagnato con acqua e alcool.
- Acari: possono attaccare le gemme e i boccioli, provocando deformazioni di foglie e fiori. Si combattono con prodotti acaricidi.

 
 


Echinocactus - Famiglia Cactaceae


L'Echinocactus è un genere che conta una decina di piante succulente appartenente alla famiglia delle Cactaceae, molto vicina a Ferocactus, originaria delle aree desertiche del Messico del Nord e degli Stati Uniti sudoccidentali.
Il nome scientifico della pianta deriva dal greco Echinos che significa porcospino, per l'evidente somiglianza con il suddetto animale. Viene volgarmente chiamato anche cuscino della suocera, oppure, palla d'oro.

Fiori:Fiorisce solo da adulta
Frutti:In alcune specie di piante adulte, sono rossi e carnosi
Fusto:Cilindrico o globoso
Dimensioni:Un esemplare adulto di Echinocactus grusonii può arrivare fino al metro di diametro
Esposizione:Pieno sole
Terreno:Moderatamente basico
Irrigazione:Leggere ma frequenti durante il periodo vegetativo
Minima 5-10 °C 

Sono succulente  molto longeve quindi la fioritura interviene solo a maturità e nella parte apicale.
I fiori sono molto piccoli, di colore giallo brunastro.
Il substrato di coltivazione è quello normale per le Cactaceae e per la coltivazione occorre fare riferimento alle condizioni tipo per quasi tutte le specie tenendo presente che le annaffiature e le concimazioni per piante adulte possono essere sensibilmente ridotte.
Le giovani piante andrebbero protette dal sole diretto. La maggior parte degliEchinocactus è particolarmente resistente, soprattutto se in condizioni di aridità, al freddo.


Specie
  • Echinocactus grusonii Hildmann 1891 (Querétaro, Messico)
  • Echinocactus horizonthalonis Lemaire 1839 (deserto di Chihuahuan - Stati Uniti, Messico)
  • Echinocactus platyacanthus Otto 1827 (Messico del Nord e centrale)
  • Echinocactus polycephalus Engelmann et Bigelow 1856 (California, Nevada, Utah, Arizona, Messico)
  • Echinocactus texensis Hopffer 1842 (Messico, Oklahoma, Texas, nordest del Messico)

Come pulire le piante d'appartamento

Soprattutto in primavera, è utile pulire il fogliame delle piante che vengono coltivate nelle nostre case dalla polvere e dalla sporcizia accumulata durante l'inverno. 
Questa operazione viene fatta sia per migliorare l’aspetto estetico, che per fare si che la luce solare raggiunga la superficie fogliare. 
Il metodo più semplice consiste nell’utilizzare un panno e pulito leggermente inumidito. 
La pulizia si pratica con delicatezza, asportando la polvere in particolare dalla pagina superiore del fogliame. 
Se le foglie sono molto impolverate possiamo utilizzare per pulirle con una soluzione fatta da acqua e latte
ruotando lentamente la pianta sino ad arrivare in cima.
Qualora su qualche foglia ci sia qualche gocciolina di latte residua, toglietela con il batuffolo ben strizzato per evitare che asciughi e lasci un alone biancastro sulla foglia. 
Con questa operazione potrete notare il verde del fogliame anora più vivo e lucido. Questo sistema di pulizia è molto utile anche ad idratare le foglie

Cerchiamo di asportare anche gli insetti (nel caso in cui la pianta sia stata colpita da cocciniglia) utilizzando un batuffolo di cotone leggermente imbevuto di alcool.
Se poi vogliamo le nostre piante brillanti, possiamo utilizzare un lucidante fogliare; questo tipo di prodotti però viene spesso venduto in bombolette spray, che hanno il difetto di spruzzare sulle foglie un liquido molto freddo, che provoca dannose ed antiestetiche bruciature.
Quindi, dove possibile, usiamo questi prodotti solo in modo sporadico, non più di una volta all’anno, tenendo la bomboletta ad almeno 45-50 cm dalle foglie.

Realizziamo un cestino con ranuncoli


Cestino con ranuncoli
Cosa ti serve

- 1 ciotola cilindrica in plastica di 15 cm di diametro;
- 25 foglie di galax (dal fiorista);
- 1 tubetto di colla vegetale per fioristi (nei Garden center);
- 50 steli di ranuncoli.
- 1 spugna da fiorista

Come si procede?

Incollare le foglie di Galax tutto attorno alla ciotola con la colla vegetale
Inserire la spugna da fiorista nella ciotola
Versare acqua quanto basta
Inserire i ranuncoli fino a coprire tutti gli spazi

Coltivazione della Begonia


Le begonie sono tra le le più belle piante da fiore, qualsiasi sia la loro varietà.
Tantissime le tonalità dei loro fiori che comprendono svariati colori eccetto il verde e il blu: alcuni fiori sono larghi una ventina di centimetri e hanno portamento dritto, altri ancora nascono, in dimensioni ridotte, su piante striscianti.

Il genere Begonia si sudde in tre grandi categorie a seconda del tipo di radice:
  1. Begonie con radice rizomatosa: sono piante sempreverdi e la loro particolarità è la presenza di un rizoma al posto della radice vale a dire un fusto perenne sotterraneo funzionante come organo di riserva. Le foglie sono variamente colorate. I fusti sono striscianti ed i fiori sono poco appariscenti;
  2. Begonie con radice tuberosa: sono piante caratterizzate dall'avere la radice formata da un grosso tubero nerastro. In genere sono piante annuali (ci sono anche le forme perenni) e producono fiori molto grandi, semplici o doppi e molto colorati.
  3. Begonie con radice fascicolata: sono piante sempreverdi e la loro particolarità sono le radici fascicolate o affastellate (vale a dire le radici secondarie di primordine si accrescono tanto quanto la radice principale). Alcune Begonie di questo tipo sono arbustive altre hanno un andamento strisciante ma tutte producono fiori a pannocchia.
  
Come si coltivare begonie sane e bellissime?

Temperatura: la temperatura minima invernale sopportata varia molto da specie a specie, ma non deve comunque essere al di sotto di 13°C. Le begonie sopportano male le correnti d’aria.

Luce: tutte le begonie non tollerano la luce diretta del sole. Le specie originarie delle foreste necessiteranno di minore luce rispetto alle specie originarie delle foreste tropicali, che sono abituate a una maggiore luminosità invernale, allorché la maggior parte degli alberi si spogliano.

Annaffiature e umidità ambientale: generalmente richiedono annaffiature frequenti in estate, ridotte in inverno. Tutte le specie richiedono un’elevata umidità ambientale, che non dovrà però risultare stagnante e senza aerazione, per evitare l’attacco da parte di malattie fungine, prime fra tutte l’oidio o mal bianco.

Terriccio: consigliato un terreno ricco di humus e poroso, composto da terra di foglie e torba, che non dovrà mai essere soggetto a ristagni d’acqua ( pena il marciume della pianta)

Concimazioni ed accorgimenti particolari: utile l’utilizzo di fertilizzante liquido ogni quindici giorni durante il periodo vegetativo.

Moltiplicazione
Si riproducono per seme ( la tecnica è complicata ), per talea (quelle a radice fibrosa), meglio per rizoma o talea di foglia (per tutte le specie rizomatose), per divisione del tubero (per tutte le tuberose).

Malattie, parassiti 


Le begonie possono essere colpite da:
- Muffa grigia: è un fungo (Botrytis cinerea) che provoca la comparsa di macchie scure e, successivamente, di ammassi polverulenti grigi su foglie e fiori. È facilitata nella sua diffusione da piantagioni molto fitte. Bisogna eliminare le parti colpite e l’eventuale terriccio “ammuffito”, nonché trattare la pianta con un prodotto anticrittogamico.
- Oidio o mal bianco: è provocata da funghi della famiglia delle Eirisifacee. È causa della comparsa di macchie bianche polverulente su foglie e steli, caratterizzati da un tipico odore di muffa. Lasciare asciugare la pianta, aumentare la ventilazione (evitando correnti d’aria) e utilizzare un anticrittogamico.

- Marciumi.
Ci sono vari tipi di marciumi che possono attaccare le begonie:

- Marciume nero delle radici: è causato da un fungo (Tielaviopsis basicola) che provoca la comparsa sulle radici di macchie nere che poi marciscono. La pianta va incontro a deperimento, avvizzimento e, successivamente, morte. I terreni nei quali si è manifestato tale fungo andrebbero sterilizzati, dato che questo può sopravvivere sui residui vegetali.

- Marciume delle piantine dei semenzai: causato da Pythium debaryanum, colpisce le piantine nate da poco all’altezza del colletto, che diventa biancastro e raggrinzito. Le piantine avvizziscono e muoiono. Bisogna evitare ambienti caldo-umidi senza aerazione e semenzai troppo fitti.
- Batteriosi delle begonie: si manifestano con la comparsa di macchie traslucide sulle foglie. Queste si estendono fino a far marcire completamente la foglia.

- Virosi: determinano la comparsa di macchie gialle o decolorate sulle foglie che arrivano anche a deformarsi. Possono essere trasmesse da una pianta all’altra per mezzo di parassiti (afidi e nematodi) o utilizzando talee di piante infette.

- Acari: possono attaccare i boccioli e le foglie delle piante giovani. Si combattono con prodotti specifici.

- Nematodi: vivono nel terreno formando tumefazioni sulle radici delle piante, che vanno incontro a una crescita stentata e deforme. Alcuni tipi di nematodi attaccano i tuberi (che presentano macchie scure all’interno) e i fusti e le foglie (sui quali si manifestano ingiallimenti e deformazioni). I tuberi fortemente infestati devono essere eliminati, mentre quelli infestati solo in superficie possono essere trattati immergendoli per alcune ore in acqua a 45°C.

- Punteruoli: sono piccoli coleotteri che rodono tuberi e radici. Un attacco grave può portare la pianta alla morte. Si combattono con prodotti specifici da acquistare in negozi specializzati.

Potatura:la Begonia non si pota. Vanno semplicemente eliminate le foglie che via via disseccano per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie.
Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti.

     

     

  

Come coltivare le Azalee



Le azalee, con la loro coloratissima fioritura, sono presenti in Gran parte del mondo; si calcola che ne esistano più di 10.000 varietà

Coltivazione in terra
L'azalea e una pianta che esige un terriccio acido, con un pH compreso fra 5.5 e 6
pena la mancata fioritura. In commercio esistono terricci gia pronti, perfetti per la coltivazione dell'azzalea, ma se volessimo cimentarci nella realizzazione di un composto adatto, potremo procurarci del comune terriccio, aggiungendo degli aghi di pino ,della torba (in parti uguali) e poca sabbia per evitare il ristagno idrico.

Per le azalee in vaso
L'azalea va rinvasata ogni 2-3 anni; rinvasiamola utilizzando del terriccio, reperibile in ogni suoermercato, destinato alle piante acidofile. Ricordiamo che l’annaffiatura con acqua particolarmente calcarea e dannoso all'azalea perché causa un precoce ingiallimento delle foglie.

Concimazione e cura
Durante la stagione vegetativa e la fioritura, l’azalea deve essere concimata con un fertilizzante specifico per piante acidofile diluiti nell’acqua delle innaffiature. Consiglio casalingo Non buttare le bustine del te o i fondi del caffè, ma uniteli al terriccio per renderlo costantemente acido.

Malattie
Le malattie che colpiscono le azalee riguardano le foglie, le quali possono perdere la lucentezza per poi ricoprirsi di macchie gialle o marroni.
Il ragno rosso può far morire l’intera pianta poiché attacca anche le radici.

Composizioni floreali: L'Ikebana

L'ikebana e' un'antica arte giapponese che consiste nel creare composizioni di fiori secondo regole precise, che risalgono ai primi omaggi floreali dedicati al Buddha. In Giappone, tale arte ha trovato il terreno fertile per il suo sviluppo trasformandosi, da iniziale offerta agli dei, in una multiforme espressione artistica, frutto e riflesso della cultura del momento. L'Ikebana è un insieme di sofisticati concetti artistici e principi filosofici e spirituali prima ancora di essere metodo di disposizione dei fiori.

Le sue origini risalgono al VI secolo d.C. e cioè al periodo in cui il buddhismo attraverso la Cina e la Corea penetra nell'arcipelago nipponico introducendo l'usanza delle offerte floreali votive.
In origine l'arte dei fiori era praticata solamente dai nobili e dai monaci buddhisti, che rappresentavano le classi elevate del Giappone, e solo molto più tardi si diffuse in tutti i ceti diventando popolare con il nome di Ikebana. Il primo stile, piuttosto elaborato, fu il Rikka che comprendeva la presenza nella composizione di ben sette elementi: i tre rami principali e i quattro secondari.
In seguito venne elaborato uno stile più semplice, il Nageire. A questo seguì il Seika, una specie di Rikka semplificato, meno austero del Nageire.
 In epoca moderna ogni scuola adottò un proprio stile personale e si cominciarono ad usare anche vasi bassi dal bordo poco elevato, elementi vari come sassi, rami secchi ed altri materiali naturali.

Tutti gli elementi utilizzati nella costruzione dell'ikebana devono essere strettamente di natura organica, siano essi rami, foglie, erbe, o fiori.
Nelle composizioni dell'Ikebana rami e fiori sono disposti secondo un sistema ternario, quasi sempre a formare un triangolo.
Il ramo più lungo, più importante, è considerato qualche cosa che si avvicina al cielo, il ramo più corto rappresenta la terra e il ramo intermedio l'uomo.
Così come queste tre forze si devono armonizzare per formare l'universo, anche i fiori e i rami si devono equilibrare nello spazio senza alcuno sforzo apparente.
Nelle composizioni occidentali l'attenzione è sulla quantità dei fiori completamente sbocciati e la combinazione dei colori. 

      

Capire l’ikebana significa infatti capire soprattutto in cosa essa si differenzia rispetto alle composizioni occidentali.
 Queste ultime mirano più alla quantità che alla disposizione dando importanza ai colori e alle forme delle corolle, tendono ad eliminare rami e parti superflue e proprio perché particolarmente ricche, ma disposte in vasi con poca acqua, sono destinate ad appassire rapidamente. 
Inoltre ci si rivolge di solito verso una disposizione simmetrica, con vasi scelti in base alle dimensioni dei gambi da contenere, per cui, nonostante la ricchezza della composizione, si finisce per perdere l’essenza di ogni singolo fiore.

Le scuole:

- Ikenobo : caratterizzata da una rigida applicazione di geometrie formali ;

- Hararyu : la prima a introdurre in Giappone l’ uso dei fiori Europei (Moribana ) ;

- Sogetsuryu : introduce l’ uso di materiali moderni e concetti presi dalla scultura intensificando la rottura con la tradizione Rikka ;

- Koryu : scuola che esaspera la perfezione nell’ arte del bonsai Seika ;

- Mishoryu : una scuola che adotta una posizione intermedia tra la Ikenobo e la Sogetsuryu , cercando sia di salvaguardare la tradizione ma anche di introdurre concetti moderni ;

- Ryusseiha : una scuola che sintetizza tutte le altre , utilizzando indistintamente i loro stili .

Il fondamento che unisce tutte queste scuole di ikebana è la manifestazione in una composizione floreale del concetto di forma geometrica perfetta , ossia il triangolo .
Il concetto del triangolo come forma perfetta giunge nell’ ikebana come evoluzione nella speculazione estetica di concetti metafisici presenti sia nello Zen che nelle altre religioni importate dall’ Asia . Affascinati da intuizioni come lo Yang e lo Yin , e dalle loro corrispondenze nei fenomeni naturali ( giorno e notte , uomo e donna , ecc. ) , gli artisti orientali elaborarono una rappresentazione di questa dualità nell’ unità di tutte le cose , attraverso il ben noto simbolo dello YinYang che nell’ ikebana si tradusse nella nota figura del quadrato iscritto nel cerchio . Immaginando una linea retta che tagli in due il quadrato , si ottengono appunto due triangoli : lo Yinnegativo e lo Yang positivo , o anche due copie speculari di uno stesso triangolo piano . Questo triangolo verrà profondamente percepito dagli artisti floreali dell’ ikebana come il simbolo per eccellenza della perfetta completezza .

Nel triangolo cosmico vengono ad ascriversi i due attori dell’ ikebana , la pianta Yin ( natura ) in continua dialettica con il cielo Yang ( eternità ) , determinando un movimento che trasforma la figura geometrica piana in figura dinamica : è un perenne inseguirsi di staticità e dinamicità in un movimento continuamente in divenire ma iscritto nel limite dell’ immutabile , delimitato da confini invalicabili .

Non si assiste più a una creatività ma a una copia della copia , a causa della costante preoccupazione degli artisti di rispettare le innumerevoli regole implacabilmente codificate .

La continua ricerca di variazioni sullo stesso tema conduce però a un’ altra grande conquista del pensiero estetico dell’ ikebana : la valorizzazione degli spazi vuoti , che esaltano il movimento delle linee intensificandone la definizione scultorea e conferendo loro un senso poetico .

Gli spazi vuoti diventano il vero completamento fisico dell’ opera ( basti pensare a un prodotto derivato da questo concept , ossia ilgiardino Zen ) , donandole una unità che trascende l’ immediato e riportandola al concetto religioso del tutto cosmologico .

Le varie composizioni floreali diventano infatti non più creazioni dettate dall’ intuizione e dalla sensibilità dell’ artista ma sembrano essere diventate un esercizio fine a sè stesso per dimostrare di essere in grado di saper stare dentro ai codici dettati dai primi maestri.

Il rinnovamento causato dalla dinamicità dei nuovi concetti si svolge perciò strettamente dentro i confini della tradizione , non portando alla creazione di un linguaggio che apra strade nuove , ma parlando sempre la stessa lingua delle origini , divenendo quindi quasi un rinnovamento che ha come unico scopo la preservazione di ciò che è tradizionale .

Alle nostre orecchie può suonare contraddittorio , ma dobbiamo ricordarci che l’ ikebana è inserita nella temperie culturale che vede il paradosso come l’ unico mezzo per giungere alla verità suprema ( ilkoan dello Zen , unica via per l’ illuminazione o Satori ) .

Ecco perchè , personalmente , subisco intensamente il fascino dell’ ikebana e amo le composizioni dei maestri di questa arte , ma nelle mie intenzioni c’è l’ impegno di riuscire a trasmettere l’ idea di una composizione che al di là del linguaggio usato , valga per sè stessa determinata dal filtro della sensibilità di chi la crea e non per l’ abilità di mantenersi all’ interno di parametri predefiniti .

(c) 2010 Cerini Guido